Vantaggi del riciclaggio plastica polimeri TPU

Quando si parla di inquinamento si finisce prima o poi per citare il problema della plastica. Si tratta di un materiale che non è biodegradabile, e che può inquinare l’ambiente per anni. Molto spesso abbiamo sentito notizie dedicate a incredibili masse di plastica, come quelle che occupano gli oceani (vedi video), finendo per danneggiare sia la flora che la fauna di diversi habitat.

Eppure secondo alcuni il problema potrebbe essere risolto senza dover necessariamente eliminare le materie plastiche. Il segreto è nella possibilità di riciclare questi materiali, evitando che diventino rifiuti, e continuando di volta in volta a riutilizzarli, mantenendo inalterato il valore produttivo. L’obiettivo, ribadito anche dal nuovo piano europeo, diventa così quello di creare un’economia circolare in grado di favorire il riciclaggio e limitando la dispersione nell’ambiente.

Un sistema del genere è particolarmente valido nel caso del TPU. Nelle prossime righe avremo modo di scoprire ogni caratteristica di questo particolare tipo di plastica.

Cos’è il TPU?

Cos’è nello specifico il TPU? L’acronimo sta per thermoplastic polyurethane (il termine inglese per poliuretano termoplastico). Si tratta di un polimero, che ha origine da una particolare reazione dell’isocianato. Questa molecola subisce un processo di policondensazione, in cui interviene un diolo. Solo dopo questo procedimento diventa a tutti gli effetti del TPU.

Come materiale ha caratteristiche notevoli, che lo rendono tra i più versatili disponibili sul mercato. Possiamo usarlo con molti prodotti e in differenti situazioni. In primis è dotato di una grande elasticità, che ci permette una facile manipolazione, e gli dona una buona capacità nell’assorbimento degli urti e dei colpi.

Inoltre mantiene delle ottime prestazioni in un ampio range di temperature. Ciò significa che le sue caratteristiche si mantengono inalterate sia in estate che in inverno. Segnaliamo anche una forte resistenza alle azioni esterne: non teme i tagli e le abrasioni, e inoltre non subisce danni di alcun tipo dagli oli. A livello industriale il TPU è molto apprezzato perché le sue proprietà lo rendono simile alla gomma naturale. Ciò dipende essenzialmente dalla struttura chimica del polimero.

Tutto ciò ci permette di plasmare facilmente oggetti con questa materia prima, che può essere fusa e usata anche in numerosi processi produttivi, come ad esempio lo stampaggio a iniezione. Tutto ciò si unisce alla possibilità di riciclare più e più volte questo materiale, come illustrato dall’attività di Reuse. L’azienda offre tra i suoi servizi proprio un sistema di riciclaggio di questo speciale polimero.

Quali sono gli utilizzi più adatti per il TPU? Le sue caratteristiche rendono possibile un uso piuttosto vario, in grado di andare dalla produzione di tubi e cavi fino all’applicazione nel campo automobilistico. Senza dimenticare anche altri settori, come ad esempio quello delle cover per smartphone. Negli ultimi anni inoltre è stato coinvolto il mondo dell’abbigliamento. In molti casi questo materiale è utilizzato nella realizzazione di scarpe o di abiti più tecnici.

In che modo recuperare la materia prima

Esistono diversi modi per recuperare le materie prime provenienti dai rifiuti plastici, e il più efficiente attualmente è il cosiddetto recupero chimico. Il suo funzionamento è piuttosto sofisticato, e dimostra quanto la tecnologia del riciclaggio dei rifiuti stia facendo passi da gigante.

Nello specifico ciò che accade è un ritorno del prodotto alle origini, con dei processi chimici che riescono a scomporre il polimero, riportandolo alla struttura di monomeri. Quali sono i vantaggi di questa procedura? Sono essenzialmente due. In primis si può ottenere nuova materia prima, che può essere riutilizzata per produrre ogni genere di oggetto, senza che il valore del materiale diminuisca.

Questo è invece ciò che accade con altri sistemi di riciclaggio, dopo i quali la plastica ha una minore qualità. Il secondo vantaggio riguarda la possibilità di eliminare del tutto ogni genere di impurità presente nel prodotto originale. La maggior parte dei processi di recupero chimico prevede una lavorazione ad alta temperatura, così da sciogliere gli oggetti. In questo modo diventano liquidi, delle vere e proprie miscele di idrocarburi.

Altri sistemi di recupero

Il recupero chimico è molto efficiente, ma esistono altre forme di riciclaggio, che possono comunque aiutarci nel limitare l’impatto della plastica sull’ambiente. Il primo sistema è chiamato riciclo meccanico, ed è tra le opzioni più semplici e dirette. Il prodotto, ormai diventato rifiuto, subisce una lavorazione di tipo meccanico.

Si divide in sezioni e ognuna di esse è manipolata allo scopo di ottenere un nuovo oggetto. Altrimenti si può optare per delle soluzioni più elaborate, come il riciclo omogeneo e quello eterogeneo. Il riciclo omogeneo prevede che il prodotto sia ripulito dalle impurità e dagli elementi esterni. Per farlo si suddivide in piccole sezioni, e ognuna di esse viene poi ripulita, con vari processi che dividono la plastica dal resto dei materiali.

In questo modo si filtra ogni tipologia di elemento esterno, compresi i metalli e i coloranti. Qualora non fosse possibile si può optare per il riciclo eterogeneo, dove si lavora la plastica senza dividerla dalle altre materie prime (con eccezione dei metalli). Ciò pone dei limiti nell’utilizzo successivo della materia prima ottenuta.