Trucco degli antichi egiziani. Come era fatto?

Nefertiti regina Egitto

Il trucco è sempre stato, in tutte le civiltà, un segno distintivo che aveva molti significati tra cui quello di indicare una classe sociale. Il trucco vive il suo massimo splendore presso gli antichi egizi che mettevano molta cura nella scelta dell’abbigliamento e nell’estetica. Non lo utilizzavano solo le donne, ma anche gli uomini che in questo modo esaltavano i loro tratti cercando di assomigliare di più a certe divinità.

Forse non tutti sanno che gli antichi egizi, non solo utilizzavano unguenti e creme, ma anche pinzette per le sopracciglia e rasoi. Un ricco set da toeletta, con diversi vasetti di creme e trucchi, è conservato al Museo Egizio di Torino: faceva parte dell’arredo funerario trovato nella tomba di Kha e Merit. Osservandolo bene si vedono delle cose meravigliose.

Il trucco degli occhi

Chi non ha presente il meraviglioso trucco degli occhi degli antichi egizi? Per prepararli utilizzavano due minerali. Il primo “trucco” si potrebbe paragonare ad un ombretto e si chiamava udju. Era a base di malachite, dal colore verde chiaro, che veniva estratta in Sinai e importata in Egitto dove veniva ridotta in polvere e miscelata a grassi animali, olio e acqua. Il secondo trucco destinato agli occhi era il khol ed era composto da una miscela di piombo solfito  o galena, grasso, fuliggine, olio e acqua. Tutti e due i trucchi venivano conservati in appositi vasetti  e avevano una consistenza molto cremosa. Per applicarli si utilizzavano dei bastoncini sottilissimi fatti con il legno, la pietra o l’avorio.

Guance e labbra: per un trucco perfetto

Mentre il trucco per gli occhi era destinato sia a uomini sia a donne, quello per le labbra e le guance era una prerogativa prettamente femminile. Il procedimento per produrre il fard e il rossetto dell’epoca, era lo stesso. Si miscelava dell’acqua con l’argilla color ocra o con ossido di ferro idrato e terra. L’impasto era lasciato essiccare al sole oppure, per ottenere un colore più intenso, veniva bruciato. Una volta essiccata, la massa era ridotta in polvere e mescolata, come per il trucco degli occhi, a grasso, olio e acqua. La pasta ottenuta era utilizzata per le guance e, anche se più raramente,  per le labbra.

Capelli e unghie: un trucco anche per loro

Le attenzioni per l’aspetto degli antichi egizi non si fermavano al viso ma continuavano sui capelli e sulle unghie. I capelli, anche allora, venivano tinti! La pianta utilizzata per questo fine era quella dell’henné, utilizzata tutt’ora per lo stesso scopo. Creavano il solito composto essiccando e macinando la radice della pianta e unendola a grasso, olio e acqua. L’impasto era distribuito sui capelli e lasciato fino ad essicazione. Stessa applicazione per le unghie che, in questo modo, raggiungevano una bella colorazione giallo intenso o arancione. La stessa sostanza veniva utilizzata anche per fare dei tatuaggi.

Il valore del trucco presso gli antichi egizi

Gli egiziani non utilizzavano il trucco solo per una questione estetica, in alcuni casi assumeva un ruolo simbolico, spirituale e, addirittura, curativo. La composizione grassa del make-up, ad esempio, serviva anche a proteggere la pelle dal forte caldo e dal vento, mentre il khol teneva lontani gli insetti e proteggeva gli occhi da polvere, malattie e sole e nei neonati veniva utilizzato per proteggerli dal malocchio!