La storia degli impianti di allarme dal 1853 a oggi

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L’emergenza criminalità e furti è all’ordine del giorno ed è per questo che sia privati cittadini che commercianti eD imprenditori cercano di difendersi cercando il miglior sistema allarme.

I dispositivi di allarme sono nati già nel 1853 dal primo brevetto effettuato da Pope. L’inventore di Boston, dopo aver catturato i ladri sulla sua proprietà, decise di realizzare questo tipo di impianto che potesse avvisare sulla presenza di persone all’interno delle strutture. Questo prototipo era molto semplice ed altrettanto efficace. Il dispositivo veniva alimentato a batteria e reagiva alla mancata chiusura di un circuito elettrico. Le porte e le finestre venivano collegate con questo circuito: se le finestre, per esempio, venivano aperte allora le vibrazioni facevano suonare il campanello. Questo sistema è stato pioniere dei sistemi di allarme degli anni successivi.

L’evoluzione del sistema d’allarme nella storia

Dopo l’inventore di Boston, anche Edwin Holmes decise di applicare lo stesso ingegno e per questo, approfittando della diffusione, che era avvenuta nel frattempo, dell’energia elettrica, diffuse l’idea di applicare un dispositivo di controllo nelle case pubblicizzando il tutto sui giornali ad un pubblico di ricchi. Il suo era un “telegrafo antifurto” che garantiva con lo stesso lavoro di Pope, la sicurezza.

In pochissimo tempo il “telegrafo antifurto” di Holmes divenne molto diffuso tanto da sembrare un’invenzione ex novo. Alcuni dei principali gioiellieri di quel tempo si affidarono ad Holmes ed alla sua tecnica. Poi il figlio, utilizzando invece le linee telefoniche riuscì ancora meglio a realizzare questa struttura. Il passo successivo arriva nel 1867 con Edward Calahan.

La centrale telefonica per le chiamate di emergenza

Calahan realizzò un impianto che non solo avvisava della presenza degli intrusi, ma riusciva anche a chiedere aiuto. Questa struttura era alimentata dalla rete elettrica della stazione centrale e si collegava alle linee telefoniche. Successivamente l’invenzione ebbe grande successo tanto che l’azienda la distribuì praticamente in tutta l’America. È proprio questo infatti, il prototipo per eccellenza dei dispositivi di allarme ad alta tecnologia moderni. Negli anni Settanta furono inseriti i segnalatori di movimento e negli anni 80 e 90, gli impianti di allarme sono diventati sempre più sicuri e si sono andati standardizzando.

I sistemi che fondono meccanica ed elettronica

Oggi giorno, il mercato degli impianti di sicurezza grazie all’interazione di sensori di movimento e tecnologia di videosorveglianza ad alta definizione, oltre ai rilevatori elettronici, permette di garantire la sicurezza degli edifici in maniera davvero impensabile. I prodotti di Abus Security Center, già nel 2008, sono stati in grado di integrare la tecnologia senza fili con una serie di accessori che invece sfruttano la protezione meccanica ed elettronica. Tutto viene integrato in un solo allarme e sarà davvero impossibile forzarlo. Ogni tentativo di effrazione infatti, viene segnalato e l’allarme garantisce la messa in fuga dello scassinatore. Il segreto sta nella sicurezza degli impianti che sono in continuo aggiornamento. Nella scelta di un dispositivo di questo tipo perciò, bisogna fare attenzione a tutti questi dettagli.