Social commerce: i social networks influenzano gli acquisti?
Sembra ieri, ma sono già passati quasi 13 anni da quando Mark Zuckerberg lanciò Facebook, cambiando per sempre la nostra esperienza sul web. Da allora, i social networks si sono moltiplicati, tanto che quasi non si riescono più a contare, e allo stesso modo si è moltiplicata la loro influenza, il loro “potere”.
Il concetto alla base dei social networks, sono le relazioni digitali, i rapporti di amicizia virtuali, la condivisione, lo scambio di foto, video, commenti: una mole immane di dati che non poteva passare inosservata.
Di questo, l’imprenditoria si è accorta, perciò sempre più imprese, grandi o piccole che siano, si affidano ai social media per diffondere i propri prodotti, interagire coi clienti e fidelizzarli: una sorta di vendita porta a porta nell’era digitale.
Ma quindi è vero che è social networks sono in grado di influenzare gli acquisti online? Negli ultimi anni sono state condotte moltissime ricerche a riguardo (l’ambito dei social media è diventato una vera e propria branca della sociologia quanto l’e-commerce lo è del marketing), e da esse è emerso che circa il 75% dei millennials, cioè i nati negli anni 2000, i cosiddetti nativi digitali, si lascia influenzare dai post su Facebook degli amici quando si tratta di compare qualcosa. Parlare di potere del “mi piace” nel mondo reale può sembrare ridicolo, eppure, anche quel piccolo pollice blu è in grado di influenzarci molto più di quanto immaginiamo, spingendoci a desiderare quella cosa anche senza che ce ne rendiamo conto. Un po’ come le pubblicità occulte nei film.
È chiaro che, se non esistesse l’e-commerce, il potere commerciale di Facebook e co. sarebbe fortemente limitato, anche perché l’attenzione umana, su certe cose, è molto ridotta, perciò basterebbe fare log out per dimenticarsi di quel desiderio di acquisto, ma in un’era in cui basta un click per accedere a qualunque cosa, è facile che dal link postato dall’amico su Facebook si passi al carrello di Amazon, e voilà, il gioco è fatto.
È proprio questo punto che l’imprenditoria contemporanea ha ben in mente, questo rapporto di interscambio fra vendita online e social media, quest’idea astratta secondo cui, più un prodotto è condiviso, maggiori sono le recensioni, maggiore è il bisogno che se ne prova. È per questo che le aziende di oggi necessitano, e sempre di più sfruttano, un marketing social ben studiato, al fine di offrire ai propri clienti modi più veloci quanto sicuri di acquistare prodotti che, altrimenti, includerebbero la fatica di alzarsi dal divano e uscire, cosa che l’utente medio ormai a malapena riesce più a concepire.
Le relazioni digitali, che ormai sembrano scalzare sempre di più quelle reali, a questo punto, assumono un’importanza essenziale: maggiore è il numero di amicizie che ha condiviso il tale link o messo il “mi piace” alla pagina del tale prodotto o della tale azienda, maggiore è la possibilità che si crei una catena di nuovi clienti, una sorta di passaparola digitale. In questo senso, le aziende che non si arrendono al social commerce, possono definirsi condannate, il che sembra drastico, ma se si pensa il prezzo da pagare per aprirsi le porte a un mercato pressoché illimitato quale è quello online, è un account Facebook, Twitter, Instagram e via dicendo, allora la resa può essere meno dolorosa.