Formaggi erborinati: cosa sono?
Il formaggio è una pietra miliare della nostra tradizione culinaria, un alimento presente in qualsiasi frigorifero che si rispetti, gustoso e versatile. La sua lunga storia ha consentito all’uomo di elaborarne diverse varianti: stagionato, molle, primo sale, spalmabile, aromatizzato ed erborinato. Che tipo di formaggio è quest’ultimo? Ve lo spieghiamo subito!
I formaggi erborinati: cosa c’è da sapere?
Innanzitutto le presentazioni: il formaggio erborinato altro non è che un particolare latticino caratterizzato da striature verdastre, blu oppure ancora grigie. Per essere più chiari, magari a scapito di chi ha finora mangiato in tutta tranquillità questo genere di alimento crogiolandosi nella sua beata ignoranza, bisogna dire che queste venature non sono decorative o segni di una lavorazione basata sull’aggiunta di aromi: sono muffe, vere e proprie colonie di muffe.
Benché il termine, “erborin” così come il francese “persillé” (vocaboli rispettivamente tradotti dal dialetto milanese e dal francese, e che stanno alla base di definizioni quali “formaggio erborinato” o “fromage persillé” o del più neutrale “fromage bleu“), significhi prezzemolo e rimandi quindi all’uso di spezie, l’inganno è dietro l’angolo. E volete sapere la parte migliore? Tali muffe non sono il risultato di una cattiva conservazione del formaggio, bensì l’ovvia conseguenza di una pratica assai diffusa: aggiungere al latte non ancora cagliato delle spore di miceti (vale a dire dei funghi-muffa) che, soltanto in fase di stagionatura, raggiungeranno la loro piena maturità venando il formaggio in questione di blu, grigio o verde.
Formaggi erborinati: quali sono?
Detto ciò, le vostre reazioni possono essere sostanzialmente due: la forte tentazione di abolire formaggi e simili dalla dieta (quanto meno quelli appartenenti alla categoria in esame), oppure una certa curiosità che non aspetta altro che di essere soddisfatta. In entrambi i casi, sicuramente, vorrete sapere con precisione a quali formaggi ci stiamo qui riferendo; eccovi accontentati.
Per quanto riguarda il Made in Italy non si può non citare un prodotto DOP dalle origini tipicamente lombarde: il gorgonzola. Ad esso, almeno nel nostro paese, fanno eco un gran numero di formaggi a diffusione locale poco conosciuti al di fuori dalla regione di appartenenza (vedi, ad esempio, il blu di capra piemontese). L’estero invece ci ha regalato il roquefort, il brie, lo stilton, il camambert, il danablu e quant’altro. Avete deciso se assaggiarli o meno?
L’apporto nutritivo
Come accade per tutti i formaggi, anche gli erborinati possono avere un apporto nutrizionale variabile, dipendente essenzialmente dalla materia prima utilizzata e dal grado di stagionatura. Solitamente questi alimenti sono abbastanza calorici, capaci di conferire all’organismo una certa scorta di energie, ma anche di grassi saturi.
Per quanto il loro sapore intenso possa quindi attirare il consumatore è meglio non abusare di questi formaggi soprattutto se siete affetti da ipercolesterolemia o da problemi di peso.
C’è di buono però che alcuni erborinati possono essere, magari dietro suggerimento medico, consumati moderatamente anche dagli intolleranti al lattosio. In ultimo è bene sapere che questi alimenti sono meno soggetti all’attacco di batteri nocivi alle donne incinte e al feto, contengono poi molte vitamine (A,B2,PP) e altrettanti sali minerali ma non sono proprio il massimo della digeribilità.
Adesso che sapete tutto sull’argomento, puntate sull’assaggio, magari, nonostante l’eventuale diffidenza iniziale, questi formaggi conquisteranno il vostro palato…
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