Problemi all’anca: cause, patologie, diagnosi, fisioterapia e altre soluzioni

La fisioterapia per l’anca è un trattamento il più delle volte necessario per i soggetti che abbiano subito in questo segmento della colonna fratture e traumi o che, purtroppo, si trovino costretti a fare i conti con patologie degenerative.
Questo genere di trattamenti si rivela necessario non soltanto per lenire il dolore che immancabilmente ne deriva, ma anche per recuperare la propria mobilità. Dato che l’anca è forse l’articolazione in assoluto più mobile che abbiamo in corpo e che rotea addirittura su tre piani, da essa dipendono infatti una gran moltitudine di movimenti e gruppi ossei. Le frequenti fratture al femore che interessano la terza età, ad esempio, possono derivare anche da patologie o traumi a carico dell’anca che, combinate alla presenza di osteoporosi, rendono l’ossatura ancora più fragile. Questa parte del corpo infine potrebbe anche essere soggetta a lussazione in caso di incidente stradale.
Malattie degenerative dell’anca: la coxoartrosi
Una delle malattie degenerative che più frequentemente interessa l’anca è la coxartrosi, detta anche artrosi dell’anca. In questo caso la superficie ossea tende a crescere sempre di più ai danni della cartilagine che invece viene compressa o si sfalda del tutto. La malattia conduce il paziente nella direzione di un dolore costante, spesso insopportabile. Inoltre il soggetto riscontrerà nel tempo una certa difficoltà funzionale, delle rigidità muscolari spesso sfocianti nell’adozione di una postura scorretta e vari fastidi a carico della testa omerale o persino della zona pubica.
Questo tipo di problema interessa spesso l’anca, ma anche il ginocchio. Ciò non dovrebbe stupirci più di tanto: tali zone sono infatti costrette a sopportare per tutta la vita il peso dell’individuo il che, soprattutto nel caso di pazienti obesi, potrebbe contribuire a danneggiare ulteriormente le suddette articolazioni.
Il problema, per fortuna, può comunque essere in qualche modo trattato in via preventiva o, una volta giunto agli ultimi stadi, per intervento chirurgico. Attenzione però: la coxoartrosi è una patologia per così dire subdola. Il suo lento decorso consta infatti di una prima lunga fase silente. Soltanto nel corso della seconda fase si inizia a percepire qualche fastidio ma il più delle volte esso viene sottovalutato perché attribuito all’età, allo stile di vita o a qualche brusco movimento. Soltanto nel corso della terza fase la malattia si manifesta in tutto il suo vigore. Ci si reca a questo punto dal medico il quale valuterà la situazione procedendo dapprima con la prescrizione di una visita ortopedica quindi di una o più radiografie.
Dopo la visita, sarà infine necessario nella stragrande maggioranza dei casi prendere dei contatti con dei centri fisioterapici. A questa pagina www.fisioterapia-online.it/fisioterapista/lazio/roma per esempio, troverete l’elenco dei centri di fisioterapia a Roma e nel Lazio. Partendo dalla stessa pagina e seguendo a ritroso il percorso delle categorie troverete l’elenco dei centri in tutte le altre regioni. Nel caso in cui sia ancora possibile, si interverrà con un trattamento fisioterapico mirato alla riduzione dei sintomi ed al recupero di parte delle funzionalità. Gli specialisti agiranno soprattutto per mezzo di una buona terapia manuale. Possono comunque essere prescritti anche cicli di ipertermia, laserterapia, terapia della corrente antalgica, ultrasuonoterapia e tecarterapia. Inoltre il paziente dovrà svolgere esercizi di rinforzo muscolare, posturali, atti a mantenere o recuperare il senso dell’equilibrio ed il controllo motorio.
Attenzione: questa patologia, se non curata, diventa degenerativa e costringe chi ne soffre a subire un intervento chirurgico con impianto di protesi. I rischi connessi all’operazione riguardano l’insorgenza di trombosi a carico di vene profonde, la lussazione della zona interessata e la degenerazione della stessa in calcificazioni ossee. I tempi di recupero dopo l’intervento possono essere molto lenti, 7 mesi nei casi peggiori. Anche all’operazione infine seguirà un trattamento fisioterapico.
Malformazioni congenite
La displasia congenita dell’anca si manifesta a seguito di una malformazione cartilaginea che interessa una porzione di questa zona del corpo e che conduce alla lesione della testa del femore.
L’epifisiolisi invece interessa principalmente le cartilagini e conduce allo scivolamento del femore. Le cause scatenanti della patologia vanno ricercate nell’obesità e negli squilibri ormonali.
Entrambe le malattie si manifestano già durante la primissima infanzia. Un intervento tempestivo tanto per l’una quanto per l’altra disfunzione può evitare che si verifichino altri danni a carico dello scheletro e dei gruppi muscolari interessati.
Alte patologie
Altre patologie che possono in qualche modo essere curate mediante il ricorso alla fisioterapia sono la sindrome da conflitto femoro-acetabolare e la borsite. Nel primo caso siamo di fronte ad una dolorosa disfunzione organica che inficia le capacità di movimento.
L’altra malattia è invece un’infiammazione delle borse contenenti liquido sinoviale e poste subito al di sotto dell’anca. Questa, tra tutte quelle che interessano la zona del bacino, è forse la patologia in assoluto meno preoccupante. I tempi di guarigione, probabilmente non è un caso, sono il più delle volte rapidissimi (un mese al massimo), ma ciò non vuol dire che il problema possa essere trascurato.
In entrambi i casi la fisioterapia mirerà a lenire il dolore, a correggere eventuali errori posturali ed a ripristinare il controllo motorio. Anche stavolta tali risultati potranno essere agevolmente ottenuti sottoponendo il paziente ad una buona terapia manuale, a trattamenti mirati eseguiti con l’ausilio di attrezzature mediche specifiche ed ad esercizi di ginnastica terapeutica.