Perché gli studenti italiani non hanno un solido metodo di studio
Hai presente il classico studente universitario che si rinchiude in casa prima degli esami?
Quello che quando ci parli è sempre preoccupato per come andranno gli esami, che sta ore e ore sui libri a ripetere e poi pensa di non ricordarsi nulla?
Lo studente, la studentessa, che il giorno dell’esame ha le palpitazioni, suda a freddo, fa mille domande ai suoi compagni, passa tutti i minuti possibili (dal bus all’attesa fuori dall’aula) a girare le pagine del libro e ripetere casualmente ogni argomento?
Bene, la maggior parte degli studenti è così, ma non tutti. Ci sono gli ottimisti, coloro che non aprono il libro prima dell’interrogazione, quelli che hanno sempre il sorriso stampato in faccia e sono sicuri di sé.
Tornando ai nostri amici stressati, cerchiamo di capire insieme quali possano essere le cause.
Per scrivere questo articolo ci siamo ispirati alle informazioni del blog studentetop.it dove è possibile trovare consigli per studenti universitari, metodo di studio, consigli su come concentrarsi durante lo studio dei libri e altri argomenti simili.
Ansia e stress dovuti al metodo di studio
Da quando frequentiamo le scuole dell’infanzia ci viene insegnato che per memorizzare meglio i concetti bisogna seguire il metodo di studio tradizionale: prendi appunti, leggi il libro, sottolinea, riassumi e ripeti.
Più ripeti e più sarai in grado di parlare di un certo argomento.
Probabilmente chi è studente utilizza questo metodo e alla fine prende buoni voti. Certo è vero, il metodo funziona, ma ha delle grosse lacune. Indubbiamente è meglio usare questo “metodo” piuttosto che non studiare proprio o leggere solo una volta le pagine da studiare (cosa che succede spesso agli studenti italiani svogliati che frequentano soprattutto le scuole superiori).
La scienza ci dice che questo metodo ha in sé per sé delle problematiche di cui la più importante è quella della difficoltà ad apprendere i concetti letti. Ci saranno persone più portate alla ripetizione verbale delle “parole lette e riassunte”, ma non siamo tutti uguali.
Molte persone hanno modelli di apprendimento differenti (utilizzano di più la vista, altri l’udito e altri ancora il tatto) e non sanno di “funzionare” in quel modo. Il risultato è che tutti tentano con l’approccio classico, dedicando tantissimo tempo allo studio e questo li porta nel tempo ad essere più frustrati.
“Perché lui impara più velocemente e io devo stare sui libri il doppio del tempo?”
“Se sta sera esco avrò meno tempo per ripetere, l’esame è la settimana prossima… ecc.”
Tutte queste frasi dimostrano che se non si studia, gli studenti vengono assaliti dai sensi di colpa. Tutto ciò porta a più ansia.
Infine anche il pensiero che ripetere e ripetere e ripetere (scusate per la ripetizione!) sia l’unico modo di memorizzare qualcosa è errato. Vediamo perché nel prossimo paragrafo.
Ansia e stress dovuti dal non saper memorizzare
Innanzitutto memorizzare qualcosa significa immagazzinare delle informazioni nella nostra memoria. Wikipedia ci dice che “lungo termine” può significare “da qualche minuto a decenni”.
Dalla memoria a breve termine (che processa poche informazioni contemporaneamente ed è propriamente una memoria di lavoro per comprendere quello che stiamo memorizzando) bisogna passare alla memoria a lungo termine, che possiamo immaginare come uno scaffale che pian piano riempiamo di concetti. Ripetere diventa importante per mantenere vivi i concetti in memoria, ma probabilmente non è il metodo migliore per memorizzare.
Il nostro cervello funziona meglio per immagini e associazioni ed ecco che quindi esistono tecniche di memorizzazione che ci permette di ricordare meglio.
Da qui nasce l’ansia dovuta al fatto che lo studente studia e ripete per ore e poi gli sembra sempre di non ricordare i concetti appresi.
Ansia e stress da prestazione
Per finire passiamo all’emotività delle persone. Gli studenti e le studentesse più emotive tenderanno ad avere più “paura” il giorno dell’esame. Fare brutta figura davanti al professore, non ricordarsi tutto (per via del punto appena menzionato sulla memorizzazione) e il fatto di non voler perder tempo essendo bocciati e dovendo così ridare l’esame successivamente portano gli studenti a sperimentare forti condizioni di stress nel giorno dell’esame.
Potremmo chiamarla una sana ansia da prestazione, che è anche giusto che ci sia, ma non dovrebbe sopraffarci al momento dell’esame.
Se sei uno studente speriamo di averti dato qualche spunto interessante. Ti consigliamo di approfondire questi argomenti sul blog Studente Top.
Buono studio e a presto!