Pensione anticipata: conviene o no l’Ape?
Anticipo pensionistico: cos’è l’Ape
In tema di pensione anticipata adesso a tenere banco è l’Ape (Anticipo pensionistico). Si tratta di un’opportunità davvero conveniente per il lavoratore che intende andare in pensione? Sono tante le questioni in sospeso.
I dubbi sull’Ape
Anzitutto va considerato il tasso di interesse da corrispondere all’ente erogatore del finanziamento. Va poi preso in esame il valore delle detrazioni capaci di ridurre l’entità delle rate. Senza contare il premio assicurativo che si determina nell’eventualità di “premorienza”.
Quali sono gli scenari che si aprono qualora il pensionato muoia prima dei vent’anni (durata del piano di rimborso del mutuo previdenziale)? Chi corrisponde il premio? Qualora sia lo Stato a intervenire, i costi sarebbero alti. Considerando un pensionamento a 66 anni e 7 mesi, l’aspettativa di vita restante è pari a 19 anni.
Qualora invece il premio della polizza venga aggiunto alla rata, l’Ape diventerebbe molto costosa per il pensionato. E ciò potrebbe rendere poco appetibile questa opzione. Ma i dubbi sulla convenienza dell’intervento sono molti anche per il ministro dell’Economia Padoan.
Secondo il Ministro infatti l’Ape avrebbe come principale beneficio la “libertà di scelta”. Chi intende approfittarne “deve pagare un costo, non per cattiveria ma perché tutti possano beneficiare di un sistema pensionistico solido”, chiarisce Padoan.
Simulazione calcolo Ape
Cerchiamo di comprendere cosa offre l’Ape con un esempio concreto. Ipotiziamo un lavoratore nato il 1° giugno del 53’ che percepisce 2mila euro netti di stipendio. Senza scegliere la pensione anticipata, percepirebbe 1.703 euro dal 2020 in poi.
Qualora invece volesse sfruttare al massimo l’Ape, potrebbe andare in pensione nel 2017. In questo caso però l’assegno mensile sarebbe pari a 1.542 euro, frutto della mancata contribuzione. Una somma che andrebbe a ridursi ulteriormente dal 2020 in poi (1.267 euro).