Ovulo buono: uno dei funghi più ricercati e prelibati
L’ovulo buono o Amanita Caesarea (imperiale, dei Cesari) è uno dei funghi più delicati, prelibati e ricercati che esistano, tanto che anche gli antichi romani ne avevano elevato la classe a imperatore dei funghi. Bisogna però fare molta attenzione perché i meno esperti potrebbero confonderla facilmente con l’amanita muscaria quindi, se avete dei dubbi, prima di consumare rivolgetevi ad un centro micologico.
Allo stadio iniziale appare come un uovo, completamente racchiuso in una membrana bianca e quando cresce e la parte bianca si rompe appare un cappello di colore arancione acceso, molto omogeneo e regolare. L’amanita muscaria, invece, appare subito con un colore rosso acceso e, in genere, con le classiche macchie bianche. In alcuni casi, però, si sono notati esemplari che appena fuoriusciti dall’ovulo non presentavano le verruche bianche. La fase più pericolosa è quella iniziale in cui l’”uovo” può essere confusa con l’amanita cesarea o la Phalloides (la prima velenosa, la seconda mortale).
Le lamelle dell’ovulo buono sono gialle pallido così come il gambo e l’anello. Questo fungo cresce in estate e all’inizio dell’autunno, preferendo un terreno assolato e calcareo. Predilige i boschi di querce, nocciolo e castagno. Ama il caldo secco ed è molto diffuso nel sud Italia, mentre è particolarmente raro al nord.
Per tutelare il fungo e i fungaioli, la legge vieta la raccolta quando l’ovulo è ancora chiuso. Per prima cosa, se è ancora chiuso, non riesce a disperdere le spore, quindi si riduce la possibilità di riproduzione e poi non è distinguibile dall’amanita muscaria. Purtroppo la legge non viene spesso rispettata e, per leggi di mercato, si ricorre ad una raccolta intensiva di ovuli ancora chiusi e il prodotto si sta facendo sempre più raro. Non solo: anche il pericolo per il consumatore è sempre più elevato. Ogni anno, infatti, in Italia si verificano circa 20 decessi da avvelenamento da amanita.
Questo fungo è ottimo da crudo: tagliato a fettine sottili condito con olio, sale, limone e scaglie di grana, ma attenzione! Anche l’amanita Caesarea, infatti, a grandi quantità può provocare disturbi intestinali.
Alcuni considerano la fama del fungo esagerata, perché il suo gusto delicato è quasi inesistente. Eppure, fin dagli antichi romani, è ricercato proprio per la sua delicatezza, anzi, proprio gli antichi romani gli conferivano virtù speciali. Comunque sia, anche se poco diffuso, trova molti estimatori nel settore degli appassionati e trovare un ovulo fa sempre un certo effetto. Purtroppo è un fungo che, oltre al consumo in insalata da fresco, non ha particolari qualità una volta cotto e non è neppure versatile come il porcino che può essere tranquillamente mangiato crudo in insalata (quando sono boccioli freschi senza nessun segno, sani e sodi) cotto quando è più adulto o essiccato per l’inverno. Nella forma fresca è ottimo per condire la pasta, in bianco, trifolato oppure fatto alla griglia o impannato e fritto. Da secco si presta bene ai condimenti con pomodoro adatti alle scaloppine, alla pasta o alla polenta. Insomma, il boletus è un po’ meno raro e molto più versatile.