Investire in Sudafrica, quali rischi

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L’appuntamento con le elezioni in Sudafrica è per inizio maggio. Un evento importante che determinerà il futuro del Paese alle prese con una importante recessione dalla quale sembra iniziare a uscire timidamente dal terzo trimestre del 2018.

Titoli di Stato, alta tensione

Per gli analisti molto si determinerà non tanto a seconda del risultato delle urne ma dal giudizio delle compagnie di rating. In particolare da Moody’s. Se il giudizio dovesse cambiare in negativo e il rating della principale economia africana dovrebbe subire un nuovo declassamento il rischio è quello di una vera e propria fuga dai titoli di stato e dalle azioni sudafricane. Un capitolo complesso che interromperebbe bruscamente la timida ripresa che sembra caratterizzare l’economia locale. I titoli di Stato, infatti, come accade per i BTP 37 italiani, sui quali puoi sapere di più grazie al portale www.fissovariabile.it, riescono a svolgere il delicato ruolo di termometro per i diversi mercati finanziari. Una fuga di investitori non preannuncerebbe nulla di buono.

Una fase storica complessa

Per il Sudafrica, in ogni modo, la fase storica che sta attraversando si caratterizza per una forte incertezza e complessità. Il Paese, guidato da anni dal partito che fu di Nelson Mandela, viene fuori e cerca di fare fronti agli scandali che lo scorso anno hanno investito il precedente Presidente portandolo alle dimissioni. Pur saldamente al comando del Paese, il Congresso Nazionale Africano cerca di ricostruire un rapporto di assoluta fiducia con il suo elettorato. Che qualcosa inizi a cambiare sembra oramai fuori di dubbio, una rivoluzione che interessa anche le aziende statali, alle prese con riorganizzazione e riassetti societari.

Investire in Sudafrica sì o no?

È quindi lecito, alla luce delle complessità che caratterizzano l’attuale fase politica, economica e sociale del Paese, domandarsi se questo territorio rappresenti ancora un buon investimento. Al riguardo gli analisti sono attendisti e si limitano a osservare come evolveranno aspetti diversi.

Non solo Sudafrica

Ma le difficoltà non caratterizzano solo l’economia sudafricana. A fare i conti con rischi e opportunità sono tutti i mercati, tanto che è davvero difficile tracciare solide strategie di investimento guardando alla cartina geografica. Tra le tensioni Cina/Usa e la Brexit imperante, le turbolenze di mercato emergenti e la volatilità del mercato azionario statunitense le scelte di investimento sono quanto mai difficili e spesso anche i consulenti più esperti fanno fatica a orientarsi in questo oceano di difficoltà e incognite.

A soffrire sono anche le imprese italiane che lavorano e operano sui mercati esteri. A questo Sace Simest ha dedicato una sorta di prontuario che evidenzia quali sono i principali rischi a cui prestare attenzione del corso del 2019, a partire proprio dalla volatilità.

Per il presidente di Sace, Beniamino Quintieri, il fatto che esistano dei rischi non deve rappresentare un freno per le imprese italiane ma uno sprono a trasformarli in opportunità. “L’export è il driver principale della nostra economia – commenta il numero uno di Sace – e una scelta strategica per le imprese italiane. Per chi opera sui mercati internazionali la conoscenza dei rischi è imprescindibile, ma è un esercizio solo parziale se non la si affianca a un’adeguata analisi delle opportunità.

Se generalmente i mercati emergenti esibiscono maggiore vulnerabilità a possibili shock esogeni, nondimeno alcuni si configurano destinazioni strategiche delle nostre esportazioni, come la Cina e gli Emirati Arabi Uniti, mercati più noti, ma anche il Brasile, l’India e il Vietnam. Sace Simest è un partner chiave in grado di fornire alle nostre imprese la conoscenza e gli strumenti per continuare a crescere anche in questa nuova fase dell’economia globale”.