Impianti dell’acqua, della luce, del riscaldamento: dall’antichità ai nostri giorni
Siamo abituati alla presenza nelle nostre case di impianti per l’acqua e il riscaldamento, e addirittura riteniamo, in loro assenza, che un posto non sia vivibile: ma è sempre stato così?
Per quanto concerne la necessità di acclimatare gli ambienti, già gli antichi Greci si dotarono di “ipocausti” una rudimentale impiantistica che consisteva nel far passare l’aria calda prodotta da una fornace negli spazi sotto il pavimento fino a dei bocchettoni nel muro, e che trovava corrispettivi nell’”ondol”, diffusi in Corea al tempo dei Tre Regni (37 a.C. – 668 d.C.).
Il sistema greco è rimasto in vigore fino al XII secolo, quando alcuni ingegneri siriani realizzarono i primi condotti sotto-pavimento nei quali veniva fatta circolare l’aria calda, impiegati nei bagni pubblici di tutto il mondo islamico medioevale.
Verso il 1700 gli impianti di riscaldamento ad acqua vengono inseriti nei castelli e nei palazzi nobiliari in Russia, Spagna e Svezia, mentre il passaggio all’applicazione industriale avvenne per la prima volta in Francia.
I primi sistemi a vapore vennero invece studiati e impiantati attorno al 1830 in Inghilterra.
Diverso il discorso per l’elettricità: quale fenomeno naturale (generato da pietre contenenti ossidi di ferro, o dai fulmini) è stato osservato sin da tempi assai remoti, ma per quanto concerne scoperte e invenzioni umane che hanno invece contribuito allo sfruttamento dell’energia elettrica, non si può dire che siano poi così “datate”: a parte il fatto che nel 600 a.C. si scoprì che strofinando con un panno di lana dell’ambra quest’ultima assumeva la proprietà di attirare corpi leggeri, fino al XVII secolo si è continuato grosso modo ad attribuire i fenomeni elettrici a forze magiche e misteriose. Non a caso, nel 1327 Cecco d’Ascoli spiegò l’influenza esercitata dalla luna sulle maree col magnetismo e venne messo al rogo come eretico!
Solo nel 1600 qualcosa si smosse, quando un medico inglese intuì per primo che tra forze elettriche e forse magnetiche esistevano delle correlazioni: nasceva lo studio sull’elettromagnetismo, che alla fine del 1700 portò alla chiara conoscenza delle leggi che governavano sia il magnetismo sia l’elettricità statica.
Vennero poi Alessandro Volta inventore della pila (un dispositivo che permette di far scorrere corrente continua in un filo conduttore per tempi abbastanza lunghi), le prime centrali elettriche, l’illuminazione, generatori e alternatori, i motori, la telefonia, i trasformatori, i sistemi di distribuzione dell’energia, la telegrafia senza fili.
E l’idraulica dell’antichità? Molto più avanzata di quanto si possa credere, grazie ai Romani che distribuivano acqua alle popolazioni del bacino del Mediterraneo e dell’Europa occidentale e centrale, non solo quelle delle grandi città ma anche dei borghi rurali, utile tanto per il consumo umano quanto per rifornire terme e latrine, e per ripulire strade e canali.
Ma cadde l’Impero e andarono in rovina le sue opere, compresi gli impianti idrici, tant’è che fino all’Alto Medioevo la capacità di rifornimento si ridusse drasticamente e si tornò al pozzo, eccezion fatta per Bisanzio e le regioni arabe e per il Regno delle due Sicilie, dove si ampliò la rete idrica per le coltivazioni e per i giardini privati. E i musulmani furono ancora più longevi dei Romani, dal momento che molte loro tecniche idrauliche rimasero in uso anche oltre la metà del Novecento.
Oggi, come detto, che una casa non sia rifornita di acqua, luce, gas, riscaldamento, è diventato inconcepibile: ecco perché le maestranze impiegate in questi settori sono tanto ricercate; ed ecco perché, in molti casi, si fanno “pagare profumatamente”
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