La guida in 8 punti per creare una startup
Creare una startup può nascondere numerose insidie, ed è importante fin da subito porre diversi punti fermi, così da poter avviare un’impresa di successo. Continua a leggere per scoprire i punti chiave nella creazione di una nuova attività.
L’importanza di un’idea
All’origine di tutto troviamo un’idea. Ogni startup nasce da un’intuizione, dalla volontà di trasformare un pensiero in una forma di business. Un’idea vincente è il primo passo per portare la propria azienda al successo. Un importante suggerimento che vogliamo dare è quello di pensare in base al proprio contesto storico e sociale.
Non dobbiamo focalizzarci su ciò che accade in altri Paesi, dove la realtà in cui ci si muove può essere spesso molto differente. Cos’ha da offrire il nostro Paese? Cosa rende l’Italia differente dagli altri Stati? In questo modo potremo dare il via a un’impresa in grado di cogliere a piene mani da ciò che la circonda, valorizzando quanto già presente a livello economico e sociale.
Analizzare il mercato
Il secondo passo è quello di analizzare sia il mercato che la concorrenza. A seconda dell’idea che abbiamo avuto, ci andremo a posizionare in una determinata nicchia, e studiando i concorrenti avremo modo di capire se stiamo davvero proponendo qualcosa di innovativo o se, al contrario, si tratta di un’idea da scartare.
Inoltre l’analisi del mercato può aiutarci a capire quali sono i nostri punti forti, e in che modo possiamo differenziarci dalle proposte già presenti. In più è possibile imparare dall’esperienza altrui, valutando sia quanto fatto di buono nell’organizzare il business, sia gli errori che possono essere stati commessi in passato.
Cercare finanziamenti
Per avviare con successo una startup servono necessariamente dei fondi. Se abbiamo dei fondi privati da parte che bastano a coprire le spese iniziali possiamo ritenerci fortunati. In alternativa dobbiamo iniziare la ricerca di potenziali finanziatori.
Oggi la rete ci offre una possibilità molto innovativa, quella del crowdfunding: a seconda del tipo di startup potremmo proporre le nostre idee al pubblico, pronto a darci dei finanziamenti in cambio di premi o riconoscimenti futuri. In alternativa ci si può affidare al mondo dei finanziatori privati, alla ricerca di nuove e promettenti aziende in cui investire.
Incubatori di startup
Tra le proposte più interessanti segnaliamo gli incubatori di startup, come b-plannow.com, che forniscono agli imprenditori tutti gli strumenti per far crescere una startup.
Si tratta di ricevere una consulenza personalizzata che permette agli imprenditori di avanzare spediti in un settore sempre più competitivo, potendo contare su formazione, finanziamenti, accesso al capitale, tutoraggio e tutto il necessario per far crescere la propria attività, ottenendo risultati in tempi rapidi.
Scegliere il giusto team
Una startup non può essere un lavoro solitario, ed è fondamentale avere intorno a sé il giusto team di persone a cui fare affidamento. Intorno al nucleo centrale, formato dal fondatore o dai fondatori, bisogna raccogliere personale competenze, in grado di fare la differenza non solo con le proprie capacità tecniche, ma anche con la propria creatività.
In futuro potrebbero nascere problemi inediti, e per questo è necessario avere all’interno del team persone pronte a lavorare fuori dagli schemi. Inoltre non bisogna sottovalutare l’importanza delle qualità personali, quelle capacità che consentono alle persone di relazionarsi le une con le altre e che esulano dal semplice ambito lavorativo. Queste qualità possono rivelarsi utili in molti momenti, soprattutto quando il team è sotto forte stress.
Il Business Model
Una volta che abbiamo messo in chiaro tutti i punti precedenti è il momento di iniziare a costruire con maggiore concretezza ciò che sarà il vero lavoro all’interno della startup. Programmando nel dettaglio il Business Model possiamo analizzare e progettare tutto ciò che riguarda l’impresa.
Il Business Model è utile perché permette di capire in che modo l’azienda arriva a creare valore (vedi qui come crearne uno). In più consente di velocizzare i processi di comunicazione tra le varie parti, favorendo una maggiore interazione tra i vari settori che compongono la startup.
Minimum Viable Product
Che sia un servizio o un prodotto materiale, arriva il momento di farlo provare al nostro target di riferimento. In questo modo potremo capire molte cose: cosa va, cosa invece va corretto, e soprattutto se è un progetto che può creare soddisfazione nel pubblico.
Per farlo non si immette nel mercato il prodotto finito, ma si inizia con un MVP, acronimo che sta per Minimum Viable Product. Di cosa si tratta? Non è il prodotto finale, ma una sua versione di prova (scopri come creare un MVP), che contiene in sé tutte le caratteristiche principali del nostro progetto. Una vera e propria fase di test, utile per raccogliere ogni genere di informazione.
Analizzare la risposta del mercato
Arriviamo così alla fase finale, in cui si immette nel mercato il prodotto finito e si effettua un’analisi della risposta da parte del pubblico. Di solito si avvia in contemporanea una campagna di marketing, e si cerca di limitare la quantità di prodotti che stiamo proponendo, evitando così di andare in perdita. In base ai risultati ottenuti potremo procedere proponendo maggiori quantità, aumentando gli sforzi fatti a livello di marketing.
Se vendi molti prodotti perché aiutano a risolvere i problemi degli acquirenti, vuol dire che hai raggiunto il product market fit che, come scritto in questo articolo, è la cosa più importante perché vuol dire che hai ottenuto esattamente quello che volevi che facesse, ovvero che non si facesse in tempo a metterlo sugli scaffali che viene subito venduto.