Cosa sapere sugli alimentatori da 12 volt di tipo switching
Negli ultimi anni il mondo degli alimentatori è stato rivoluzionato, grazie all’arrivo degli alimentatori switching. Spesso sono anche chiamati alimentatori ad impulsi, e il loro scopo è quello di migliorare il più possibile l’efficienza energetica.
Si tratta di ottimi alimentatori, in grado di ridurre sia i consumi che la dissipazione del calore, una caratteristica molto importante all’interno di un case (clicca qui per saperne di più). Usano una tecnologia piuttosto complessa, che sfrutta alcuni principi della legge di Ohm, tra le regole più importanti della fisica e del settore dell’elettricità.
In questo articolo cercheremo di analizzare le caratteristiche principali degli alimentatori da 12 volt di tipo switching. Questi strumenti sono oggi molto diffusi, soprattutto nel settore dei computer.
Perché scegliere un alimentatore switching
Questo genere di alimentatori porta un grande vantaggio dal punto di vista dell’ingombro. Sono dei moduli piuttosto leggeri e con delle dimensioni ridotte, come potete vedere sul sito alimentatorishop.com, e di conseguenza possono essere posizionati facilmente. Quelli da 12 volt sono in assoluto tra i più usati nel settore dei computer.
Inoltre hanno un’ottima efficienza energetica, che consente di ridurre il più possibile i consumi e anche la dissipazione del calore. La dissipazione del calore può essere un problema non di poco conto quando parliamo di computer. Gli alimentatori tendono a scaldarsi, favorendo un aumento nella temperatura interna del case. Con un sistema di switching possiamo evitare questo fenomeno.
Le caratteristiche degli alimentatori switching
Quali sono le principali caratteristiche di questi alimentatori? Si tratta di un sistema opposto a quello della corrente lineare: il passaggio di corrente non è costante, ma funziona ad impulsi.
Quando è necessario il passaggio di corrente, il circuito riprende a funzionare inviando dei picchi, raggiungendo un buon risultato dal punto di vista dell’efficienza. Quando invece la corrente non deve circolare, i transistor evitano che ci sia uno spreco di energia.
Molti paragonano questo sistema ad una sorta di interruttore, in grado di limitare la dispersione energetica e di far lavorare il sistema solamente nel momento del bisogno. Ciò si traduce in una forte riduzione dei consumi, un tema molto importante in questi anni, di cui si dibatte molto anche sui forum.
Come abbiamo detto nella nostra introduzione, ciò dipende da una particolare applicazione della legge di Ohm. Questa legge afferma che la potenza non è altro che la moltiplicazione tra l’intensità della corrente e il voltaggio. Si tratta di semplice matematica: se uno dei due valori si annulla si annulla anche la potenza dissipata. Si può realizzare un sistema di questo tipo? La risposta è sì. Partendo da questa affermazione sono nati questi nuovi alimentatori.
L’alimentatore switching, funzionando come un interruttore, crea due differenti stati: uno in cui si annulla il voltaggio, e uno in cui invece si azzera la corrente. In questo modo qualsiasi sia lo stato l’efficienza sarà molto alta, riducendo al minimo la potenza.
Aspetti tecnici
In maniera più tecnica come funzionano esattamente questi alimentatori? Il sistema switching è piuttosto complesso rispetto ai modelli classici. Ciò fa sì che non solo questi alimentatori siano più difficili da progettare, ma sono anche meno semplici da riparare.
Cerchiamo di analizzare nel dettaglio cosa accade dentro a questi moduli. La corrente passa attraverso alcuni stadi, messi in sequenza tra di loro. Il primo passaggio è rappresentato da un filtro in ingresso. Il suo ruolo è quello di evitare che le irregolarità della corrente elettrica possano disturbare il processo di alimentazione. In questo modo la corrente viene totalmente ripulita da picchi e altre anomalie di questo genere.
Nella seconda fase la corrente viene “raffinata”, grazie a dei raddrizzatori. Si arriva così a un nuovo stadio, in cui la tensione in ingresso finisce per essere suddivisa in più sequenze a impulsi. La trasformazione è così completata, e l’alimentatore può gestire in autonomia il flusso di corrente, generando gli impulsi di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti.
Questi impulsi vengono inviati ad un trasformatore, che ha il compito di riportarli al voltaggio richiesto per far funzionare regolarmente computer, elettrodomestici e qualsiasi altra cosa sia collegata all’alimentatore. Un dettaglio molto interessante riguarda proprio i trasformatori. Normalmente la grandezza di un trasformatore dipende dalla frequenza della tensione alternata in ingresso.
Non si tratta di una proporzionalità diretta, bensì di proporzionalità inversa: maggiore è la frequenza, più piccolo dovrà essere il trasformatore, e viceversa. Questa caratteristica è una vera e propria fortuna: gli alimentatori switching operano con frequenze di solito piuttosto alte, e ciò fa sì che siano necessari dei piccoli trasformatori, piuttosto ridotti rispetto ad altri contesti. Si risparmia una buona quantità di spazio, riducendo così le dimensioni di tutto l’impianto.