Chiusi: tra storia e archeologia etrusca

Chiusi veduta paesaggio

Posta sopra un dosso collinare fra il Chiana e il torrente Astrone, Chiusi è indubbiamente, tra i centri della valle, quello che vanta origini più antiche; scavi recenti hanno messo in luce nel sito della città antica e nelle sue immediate vicinanze insediamenti della fine dell’età del bronzo (XII-X sec. a.C.).

La storia

Nel VI sec. a.C. divenne una delle città più importanti della dodecapoli etrusca; al 507-506 a. C. risale l’impresa del “Lucumone Porsenna” che, per rimettere sul trono Tarquinio il superbo, mosse con il suo esercito contro Roma, la assediò e probabilmente la conquistò. Secondo alcune fonti latine, Porsenna sarebbe stato re non solo di Chiusi, ma di tutta l’Etruria. A lui è legata la leggenda che lo vuole sepolto in un mausoleo costituito da una base quadrata di 94 metri di lato entro la quale era realizzato un labirinto inestricabile ove era nascosto a guisa di sarcofago un cocchio d’oro trainato da dodici cavalli d’oro e contornato da una chioccia con cinquemila pulcini anch’essi tutti d’oro.

Il declino della città etrusca ebbe inizio nel 391 a.C. quando fu assediata dai Galli Senoni; nel II sec. a.C. fu coinvolta nella questione sociale e nell’89 a.C. ottenne la cittadinanza romana per effetto della Lee lulia poi ampliata con la Plautia Papiria. Il Municipio di Chiusi, che fii ascritto alla tribù arnense, continuò a prosperare in epoca imperiale soprattutto grazie alla sua posizione geografica sul fiume “Clanis” e sulla via consiliare Cassia.

Nel 540 d.C. fu occupata dai Goti e divenne sede di un ducato longobardo documentato fino al 776 d.C. In seguito fii posta sotto la giurisdizione dei Farolfingi finché l’imperatore Enrico IV la concedette al Vescovo Tebaldo II verso la fine del XII sec. E a partire da questo momento che inizia la decadenza della città a causa soprattutto del dilagare dell’epidemia di malaria dovuta alle vaste paludi venutesi a creare nell’area sottostante, che tra l’altro comprometterà anche la viabilità della Cassia, favorendo invece l’incremento dei traffici sulla Francigena o via Romea, e facendo perdere a Chiusi il ruolo conferitole fino ad allora dalla sua posizione. È per questo impoverimento che lo stesso Dante nel XVI canto del Paradiso, la ricorda tra le “cittadi che termine hanno”. Nel XIV sec.

Entrò a far parte della repubblica di Siena, fino a quando, dopo il trattato di Cateau-Cambresis del 1559, venne annessa al Granducato.

La successiva bonifica della Val di Chiana consentì a Chiusi di riprendere pian piano prosperità, rioccupando quella sua antica funzione di crocevia tra nord e sud, che anche oggi ne fa un centro importante sia per la viabilità ferroviaria che per quella automobilistica essendo facilmente raggiungibile dall’autostrada A1 (fonte: itinerario google maps).

Attrazioni e luoghi di interesse

Sono certamente più le presenze archeologiche che quelle strettamente artistiche a fare di Chiusi uno dei centri turistici più importanti. Queste ultime, se si escludono alcuni palazzi nobiliari e piccoli edifici religiosi in gran parte ristrutturati, si restringono in parte alla sola Cattedrale di S. Secondiano. È fra le chiese più antiche della Toscana (sec. VI). All’interno conserva sostanzialmente l’originaria architettura, pregevole il colonnato formato da diciotto colonne di marmi pregiati provenienti da antichi edifici romani, il pavimento in mosaico del presbiterio e due tavole longobarde murate ai lati dell’ingresso principale. In un’urna posta in prossimità dell’altare è conservato il corpo di Santa Mustiola, Vergine e Martire, Patrona della città.

A fianco della Cattedrale si trova il Museo della Cattedrale: fu istituito nel 1932, e ristrutturato agli inizi degli anni ’80. Si suddivide in quattro sezioni; particolarmente importante è la III sez. dove è esposta una raccolta di Codici Miniati Benedettini del sec. XV proveniente dal Monastero di Monte Oliveto Maggiore, miniati da artisti famosi quali Francesco di Giorgio Martini, Sano di Pietro, Liberale da Verona.

Del XIII sec è la chiesa di S. Francesco con frontale in mattoni e portale romanico, appartenuta ai frati conventuali, la quale ha perduto l’originale linearità della struttura interna a seguito della ristrutturazione subita in epoca barocca.

In piazza XX Settembre, anticamente detta “il campo”, si trovano il Palazzo Comunale, andato soggetto a continue ristrutturazioni che ne hanno cancellato l’aspetto cinquecentesco, la Torre dell’Orologio, anch’essa in pratica ricostruita nel corso dell’Ottocento e il Loggiato di Santa Maria, fatto riedificare nel 1603 su un impianto del 1300 di cui resta solo il colonnato. Verso la sommità del colle si trova infine la “Rocca” del sec XIII.

Ben maggiori, per numero e per importanza, sono le presenze di interesse archeologico sparse un po’ ovunque sia all’interno dell’abitato che nei dintorni. Furono tali presenze ad alimentare nel secolo scorso il continuo viavai di ricercatori, mercanti e collezionisti, alla ricerca di qualche preziosa testimonianza.

Di origine etrusca e certamente “11 Labirinto di Porsenna” un ricco sistema di cunicoli intercalati da pozzi scavati nel banco sabbioso che si estende sotto tutta la collina. Si tratta di un sistema idrico particolarmente ingegnoso che testimonia la proverbiale perizia degli etruschi.

Tra i ritrovamenti di maggior pregio segnaliamo: “la Tomba della Scimmia” (attualmente chiusa per motivi di tutela) del V sec. a.C.; è costituita da un vestibolo e tre camere con bei soffitti e letti funebri; le scene figurate dipinte rappresentano giochi in onore del defunto. Caratteristica la piccola scimmia dipinta che da il nome alla tomba.

“La Tomba della Pellegrina” (XIII sec. a.C.) è costituita da un lungo dromos sul quale si aprono quattro piccoli loculi e tre camere sepolcrali che accolgono sarcofagi e urne cinerarie con bei rilievi sulle casse. “La Tomba del Leone” (fine VI sec. a.C.) è purtroppo in pessimo stato di conservazione. Le pitture che adoravano il vestibolo e la camera di fondo sono scomparse, rimangono due bei soffitti ornati da una vivace policromia. Anche l’età della diffusione del cristianesimo ha pero lasciato a Chiusi segni evidenti soprattutto nelle Catacombe di Santa Mustiola e Santa Caterina d’Alessandria, uniche in Toscana. La prima situata a circa 1 km dal centro storico lungo la strada che porta al lago di Chiusi prende il nome dalla martire ivi sepolta nel 274; è formata da una serie di cunicoli che si estendono per circa 200 metri con tombe e loculi ad arcosoli. La seconda sulla statale 146 verso la stazione ferroviaria, prende invece nome da una cappella ora scomparsa dedicata appunto a Santa Caterina d’Alessandria.

Un ultimo cenno merita il lago di Chiusi che si estende per oltre 3 Km2 ed è alimentato dalle acque del Tresa e dal fosso di Gragnano. Le sue rive, ricoperte da erbe palustri, sono popolate da varie specie di uccelli migratori. Nella zona sud si è anche sviluppato un centro turistico dove tra l’altro si pratica surf e canottaggio, ma il bacino resta comunque il paradiso dei pescatori. Il periodo più indicato per godere di queste bellezze naturali è compreso tra aprile e settembre; è questo infatti il momento in cui dopo il silenzio dell’inverno la zona torna a popolarsi e risuonare della grida degli uccelli che qui vengono a nidificare.

Info su Eventi e territorio: sito ufficiale comune di Chiusi.